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Recalcati, le psicosi contemporanee e la fede cristiana

di Giancarlo Polenghi

Il mio primissimo incontro con uno scritto di Massimo Recalcati è avvenuto nel monastero di Bose, nel corso di un convegno sull’architettura sacra, quando mi sono imbattuto nel volumetto “La forza del desiderio”, che già ho segnalato come una lettura stimolante su questo sito. Il desiderio per Recalcati è qualcosa che riceviamo dall’Altro, è qualcosa di personale che più che essere posseduto possiede. Il desiderio ha a che fare con l’essere più profondo in cui pare vedersi una sovrapposizione tra il concetto di inconscio e di vocazione, come chiamata che viene da Dio. Il testo era la trascrizione di una conferenza che sarebbe diventata una serie dedicata a diversi temi, dal desiderio, appunto, al Padre (essere un figlio giusto), alla Madre (i volti della Madre) e al sacrificio (al di là del sacrificio). Conferenze che ho ascoltato con piacere e che si trovano anche in mp3 (vedi) .

In seguito ho sentito parlare Recalcati alla radio apprezzandone la chiarezza e profondità mentre lo intervistavano su vari argomenti e, sempre più incuriosito, ho raccolto diversi commenti da amici, alcuni molto positivi, altri critici e freddi. Infine, il 14 e 15 novembre 2019, partecipando a un expert meeting organizzato dal Gruppo di Ricerca sull’Ontologia Relazionale (ROR) alla Pontificia Università della Santa Croce (Maspero, Malo e Vigorelli) dal titolo “Formare l’identità relazionale nel contesto attuale: prospettive transdisciplinari” (vedi video) mi sono imbattuto in Nicolò Terminio (psicoterapeuta e dottore di ricerca che pratica la psicoanalisi a Torino e che è autore di diversi libri) che, oltre a conoscere bene Recalcati, a lui ha dedicato un libro (Introduzione a Massimo Recalcati, Il melangolo 2018, 15 euro).

L’incontro romano dedicato all’identità relazionale è stato di grande interesse: psicologi, psichiatri e psicoanalisti di diverse scuole, assieme a sociologi, teologi e filosofi, si sono interrogati sul tema dell’identità e di come stimolarne la crescita nel contesto attuale. Dal mio punto di vista, oltre ai molti spunti generati dalle relazioni – tra le quali un posto di rilievo ha avuto a mio parere quella di don Giuseppe Brighina- , l’incontro mi ha permesso di scambiare qualche parola con Nicolò Terminio e di comprendere un po’ meglio il lavoro originale che sia lui che Recalcati stanno portando avanti.

La lettura del libro di Terminio su Recalcati in definitiva è stata preziosa e mi ha permesso, pur essendo un non addetto ai lavori, di avere un quadro di riferimento più chiaro su ciò questi professionisti stanno facendo, sia in termini di metodologia di indagine – a partire sempre dalla clinica –  che di temi presi in esame. Bisogna ammettere che il linguaggio psicoanalitico risulta ostico e talvolta frustrante, per chi come me viene da altre discipline, ma grazie a Terminio si perviene ad una visione complessiva e contestualizzata del lavoro di Recalcati, cogliendone meglio l’originalità (anche rispetto al maestro Lacan), gli spunti e le aperture di orizzonti, in modo sistematico. Per fare qualche esempio: un intero capitolo è dedicato alla “clinica del vuoto” e alla “mancanza di desiderio” così diffusi oggi; il “discorso del capitalista” è un altro riferimento alla contemporaneità caratterizzato da atteggiamenti di cinismo postideologico e collegato al “paradigma immunitario” che porta l’individuo ad isolarsi sempre più e a rendersi, appunto, immune alle relazioni con l’Altro e alle relazioni tout cour. L’analisi dei disturbi odierni, come nella tradizione Lacaniana, viene affrontata spesso attraverso figure tratte dalla mitologia (Telemaco) o dalla letteratura, anche cristiana (il figliol prodigo). Molto interessante il tema dell’eredità, e della necessaria – direbbe Recalcati – eresia, che è al cuore del rapporto tra Padre e Figlio, in cui il primo più che trasmettere beni o norme, dovrebbe “passare” il desiderio.

Insomma credo che avvicinarsi a Recalcati (e a Terminio) sia molto utile e interessante sia per capire i tempi in cui viviamo, con psicosi e nevrosi specifiche, che passano dalle persone, alle strutture, alla società intera, sia per l’apertura originale e profonda al messaggio cristiano che viene veicolata in questo approccio.

Nicolò Terminio

Introduzione a Massimo Recalcati

Il melangolo, 2018. (15 euro)

La forza del desiderio.

“La forza del desiderio” di Massimo Recalcati.

Edizioni Qiqajon, 2014 (57 pagine; 7 euro)

(di Giancarlo Polenghi)

Massimo Recalcati (classe 1959) è un noto psicoanalista italiano, autore di molti libri, spesso presente in televisione (si trovano video anche su YouTube) e curatore di rubriche su quotidiani nazionali. Lacaniano convinto, insegna psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università di Pavia e di Verona.

Il tema del desiderio gli è particolarmente caro e, nel caso del testo che segnaliamo, propone la trascrizione di una sua conferenza al monastero di Bose. Si tratta della prima di una serie che includeranno la figura della madre, quella del padre (e del figlio) e il tema del sacrificio.

Recalcati riflette sul desiderio, che presenta come una forza che ci abita e che ci orienta, qualcosa di molto personale e che ciò non di meno riceviamo. Una sorta di “vocazione” che cresce e si sviluppa in noi nella relazione con l’altro. È infatti il desiderio del desiderio dell’altro che ci umanizza e ci fa vivere. Il saggio contiene molti spunti importanti in chiave educativa sia per i genitori che per chiunque abbia una funzione di insegnamento.

Da un punto di vista laico e strettamente psicoanalitico l’approccio di Recalcati entra in consonanza con la visione cristiana, usando una freschezza e originalità che permettono di cogliere in profondità l’eco delle parole di Cristo sul Padre. Una lettura, come spesso nel caso di questo autore, mai banale e sempre stimolante per la riflessione personale.