Articoli

Non è bene che Dio sia solo

Il corpo delle donne (intimità della Bibbia)

Per capire i Comandamenti partiamo dalla fine

Come in un diario intimo

(di Giancarlo Polenghi)

Il libro di Andrea Mardegan (Giuseppe e Maria, la nostra storia d’amore – con aquarelli di Anna Maria Trevisan-, Paoline 2019 16 euro) si deve leggere come se fosse un buon bicchiere di vino, a sorsi brevi, lasciandosi inebriare dalla poesia che incontra il mistero e la semplicità disarmante dell’incarnazione del Figlio.

I protagonisti, Maria e Giuseppe, intervengono a capitoli alterni con il loro flusso di pensieri e ricordi, e svelano quello che portano nel cuore. I riferimenti biblici, soprattutto dell’Antico Testamento per il vissuto interiore e del nuovo Testamento per i fatti che accadono agli interpreti, sono una sorta di mappa progettuale (un blueprint direbbero gli anglosassoni), o, meglio ancora, di ossatura di sostegno, che dà solidità e rigore all’impianto fresco e immediato della vita di Maria e Giuseppe. Una “coppia normale” innamorata, che cresce nella fiducia reciproca e nella consapevolezza, alquanto inaudita, di essere custodi del Creatore. Ovviamente Maria, in quanto madre e discepola, ha un ruolo tutto particolare, ma anche lei ha bisogno – e il libro lo mette bene in evidenza – di un uomo come Giuseppe che le stia accanto e a cui lei sa affidarsi.

La lettura di questo libro non può che piacere a chi ama la semplicità e la profondità insieme. Il lavoro di scrittura di Andrea Mardegan assomiglia a quello degli sceneggiatori dei film o,  ancor più, al lavoro dell’attore che vuole entrare nel personaggio da mettere in scena. Un lavoro che necessariamente si deve basare su ciò che il personaggio dice e fa (in questo caso il riferimento è al Vangelo), ma che per diventare davvero carne e spirito deve alimentarsi di motivazioni, stati d’animo, modi di essere unici che hanno a che fare con la propria (sia del personaggio che dell’attore) storia ed esperienza.  Quindi Mardegan, e qui c’è il suo coraggio di “infanzia spirituale”, ha provato ad entrare in Maria e in Giuseppe, e ovviamente lo ha fatto attraverso la contemplazione, quella forma di preghiera che permette di “vivere” le scene della Sacra Scrittura per meglio penetrarne tutta la forza e bellezza. Una lettura adatta a tutti i cristiani che vogliano vedere meglio, e anche molto utile per gli artisti, siano essi poeti, pittori, scrittori o scultori, che siano alla ricerca di uno stimolo, anche metodologico, per saper penetrare il mistero gioioso dell’incarnazione, e delle relative vicende umane e divine.

Andrea Mardegan

Giuseppe e Maria, la nostra storia d’amore

(aquarelli di Anna Maria Trevisan)

Paoline, 2019. 16 euro

 

Quando il sacro fa i conti con la violenza

Ri-cominciare dalla creazione

di Giancarlo Polenghi

I sei giorni della creazione sono una sorta di genere letterario e artistico di grande respiro e importanza. Sant’Ambrogio dedica a questo tema la sua predicazione nella settimana santa del 387, che poi diventa un libro popolare. Il Duomo di Monreale conserva mosaici di rara bellezza, spesso riprodotti e riproposti lungo i secoli, per ciascuno dei sei giorni di lavoro del Creatore. E sono solo due esempi tra i tanti che si potrebbero citare.

Fabio Rosini, sacerdote romano, famoso per aver inventato la catechesi delle 10 parole, ispirandosi allo stesso soggetto della creazione in sei giorni, ha scritto un libro molto originale e utile (L’arte di ricominciare, i sei giorni della creazione e l’inizio del discernimento, San Paolo 2018). 

Si tratta di un’opera che mette insieme in modo mirabile lo stile immediato delle catechesi di don Fabio (ironia, romanità, buonumore, senso del tempo che stiamo vivendo), con una profonda conoscenza scritturistica e filologica (mai ostentata e sempre al servizio della riflessione dell’uomo comune) e un’ottica fresca e concreta, capace di stimolare e di provocare. In pratica l’analisi dell’inizio del mondo, della creazione, diventa uno spunto per ragionare sul proprio ri-inizio, ovvero l’arte del ricominciare, in chi sentisse la pesantezza del proprio percorso e fosse alla ricerca di nuovo senso e nuova energia. È là onde partiamo, dice don Fabio, che si scopre la meta, facendo notare che nel principio c’è il fine. 

Un libro che si legge senza fatica, che scorre come un racconto, e al contempo che penetra in profondità fornendo spunti che interpellano il lettore in un percorso di conversione o di ri-conversione. Insomma una lettura che, passo dopo passo, induce all’esame di coscienza e al cambiamento scelto e meditato.

 A fare da sottofondo di tutta l’argomentazione c’è l’osservazione che “si parte dalle cose come sono, e non come dovrebbero essere” , e quindi ad accogliere il “reale” e le situazioni, con le loro venature, come metodo per valorizzare il senso della vita, senza remargli contro ideologicamente. Bellissima una pagina relativa al saper essere artigiani, esperti della materia e delle tecniche manuali, come strada necessaria (ma non sufficiente) per diventare artisti. Il secondo giorno della creazione permette di comprendere la differenza tra priorità ed emergenze, le prime costruiscono e danno pace, le seconde disperdono e provocano angoscia. Segue poi, associato al terzo giorno, l’accettazione dei limiti che va insieme alla capacità di stare nelle relazioni, perché senza margini non si può amare. Bellissima la distinzione profonda tra le ispirazioni che vengono da Dio, e le suggestioni che vengono dal maligno, e la strategia di saper capitalizzare grazie e umiliazioni (quelle vere, con fondamento, oltre a quelle percepite come e tali, ma che sono frutto della superbia). Il libro, che si trova anche in versione digitale, ha avuto tale fortuna che Radio Vaticana ha chiesto all’autore una versione sintetica in formato audio.

Fabio Rosini

L’arte di ricominciare, i sei giorni della creazione e l’inizio del discernimento

San Paolo 2018